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15 GIUGNO 2022

L’Europa verso un futuro green

Stop alle caldaie a gas in favore delle pompe di calore

In uno contesto ambientale quanto mai attuale come quello del cambiamento climatico i paesi europei guardano al futuro dell’energia e cominciano a prendere iniziative per ridurre i consumi di combustibile fossile.

Gli obiettivi che alcuni paesi europei si stanno prefissando possono sembrare utopia, ma non dobbiamo sottovalutare il fattore di adattabilità della società moderna: gli avvenimenti degli ultimi anni infatti ci hanno insegnato come siamo in grado di adattarci in tempi brevi a nuovi scenari sociali ed economici.

Vediamo allora insieme chi si prefissa cosa.

Olanda e Germania

Il governo olandese vieterà le nuove installazioni di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili a partire dal 2026, introducendo l’obbligo di installare pompe di calore, anche ibride, o di connettersi a reti di teleriscaldamento.

Con il gas che copre circa il 70% della domanda residenziale, l’Olanda si muove per ridurre la sua dipendenza.

Come la vicina Germania, che intende imporre almeno le pompe di calore ibride già nel 2024, il governo olandese scommette sull’efficacia delle cosiddette pompe di calore ibride, che funzionano sia elettricità che a gas e portano a un risparmio medio del 60% sul consumo di gas naturale.

Il governo olandese precisa che nelle case ben isolate è anche possibile passare direttamente a una pompa di calore completamente elettrica, che non utilizza affatto gas naturale o a una rete di riscaldamento che è o sarà disponibile in parte dei Paesi Bassi.

Analogamente all’approccio tedesco, il governo olandese finanzierà l’acquisto di pompe di calore e per questo ha riservato 150 milioni di euro all’anno fino al 2030 compreso.

Francia

La Francia porrà fine ai sussidi governativi alle nuove caldaie a gas per il residenziale e aumenterà il sostegno al riscaldamento da rinnovabili, nel tentativo di ridurre ulteriormente la dipendenza dal metano russo.

L’annuncio è arrivato di recente dal ministro dell’Ambiente francese: nell’ambito di un ‘piano di resilienza’ di Parigi volto ad aiutare famiglie e aziende a far fronte alle ricadute economiche dell’invasione russa dell’Ucraina, la Francia vuole chiudere con le importazioni di gas e petrolio dalla Russia entro il 2027.

Per ridurre la domanda di gas, la Francia riformerà il suo regime di sovvenzioni per accelerare la sostituzione delle caldaie a combustibili fossili con tecnologie ad energia rinnovabile, come pompe di calore e i sistemi a biomassa (compresi i sistemi ibridi).

Dal 15 aprile fino alla fine del 2022, sarà aumentato di 1.000 euro l’incentivo per il riscaldamento residenziale “virtuoso” e si elimineranno i sussidi per le nuove installazioni di caldaie a gas.

Attraverso la sua agenzia statale per l’ambiente e l’energia Ademe, la Francia fornirà anche 150 milioni di euro di nuovo sostegno per aiutare aziende e Comuni a passare al riscaldamento rinnovabile, in particolare incentivando il teleriscaldamento da biomasse.


Italia

Se vogliamo raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e affrancarci dalla dipendenza energetica dobbiamo intervenire anche noi nel settore del riscaldamento, responsabile del 18% delle emissioni di CO2 in Italia.

Ad annunciarlo non è il governo italiano bensì Kyoto Club e Legambiente, partner della campagna informativa ‘Per la decarbonizzazione, efficienza energetica e riscaldamento negli edifici in Italia’ che punta a sensibilizzare cittadini e decisori politici, sottolineando la necessità di fermare la diffusione di impianti di riscaldamento da fonti fossili in Italia.

A questo proposito, spiega una nota delle due associazioni ambientaliste, è necessario che l’Unione europea agisca subito, vietando l’installazione di impianti fossili negli edifici di nuova costruzione entro il 2025, riformando le normative sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichetta energetica e puntando sull’elettrificazione dei consumi.

Nonostante l’impegno attivo delle associazioni ambientaliste, l’Italia fa ancora parte del gruppo di Paesi più ‘conservativi’ al riguardo assieme a Spagna e Portogallo e frena l’adozione di leggi sempre più progressive per regolare la materia. Da sottolineare che l’Italia si è distinta per una posizione contraria circa l’elettrificazione dei prodotti di riscaldamento.

La posizione del nostro Paese non tuttavia è sostenibile sulla lunga distanza né compatibile con le direttive dell’Unione Europea, che a fine dicembre scorso ha proposto lo stop a incentivi per le caldaie a gas dal 2027 e l’eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento entro il 2040.

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