01 APRILE 2020
La casa paga il conto del Coronavirus
Non sfugge all’epidemia il mercato immobiliare, sempre più in affanno
Dopo aver assistito con velato ottimismo a una lenta ripresa del mercato immobiliare negli ultimi anni, ecco arrivare un grave colpo che rischia di affondare in maniera irreversibile il mio settore.
Anche la casa soffre per colpa del Coronavirus. A accusare maggiormente il colpo sono le compravendite, i mutui, gli affitti brevi, le locazioni di negozi e i cantieri. Ma facciamo il punto della situazione.
La serrata imposta dal Governo con il decreto dell’11 marzo ha bloccato del tutto il settore degli affitti brevi online, già travolto delle disdette. Molti portali hanno restituito agli inquilini le somme già versate. Mentre i locatori, con le case vuote, tentano di locarle con affitto lungo oppure le lasciano sfitte, con i costi fissi da sostenere ma senza ricavi.
La chiusura imposta dei negozi mette in forse il pagamento dei canoni, e molti esercenti chiedono la rinegoziazione delle somme da pagare al locatore. Il decreto “cura Italia” prevede un credito d’imposta pari al 60% del canone di marzo.
Il decreto “cura Italia” non prevede però sostegni specifici per gli inquilini in difficoltà con l’affitto, né per i proprietari alle prese con la morosità.
L’edilizia residenziale è ferma. Chi contava di entrare in una abitazione nei prossimi mesi dovrà quindi aspettare.
L’Ance ha chiesto la proroga di tutti i termini per evitare il rischio di penali per mancato rispetto dei termini contrattuali. Consiglia quindi alle imprese di chiedere un aggiornamento del piano di sicurezza.
Le perizie vengono garantite solo se indifferibili e con protocolli rigidi.
Sempre da decreto dell’11 marzo le agenzie immobiliari sono chiuse. Le visite e i sopralluoghi sono annullati e chi aveva in progetto di comprare (o cambiare) casa rinvia la decisione a data da destinarsi. Gli incarichi a vendere restano “sospesi”. Si portano avanti solo accordi già avanzati e non rinviabili.
Anche per i rogiti è possibile una proroga.
Le conseguenze?
Per il mercato degli affitti brevi sia il locatore che le agenzie immobiliari soffriranno parecchio il mancato incasso.
I negozi faranno fatica a pagare l’affitto di marzo, ma pure i centri commerciali alla lunga andranno in sofferenza. Alcune attività potrebbero non sopravvivere alla crisi e chiudere per sempre.
Proprio ora che il mercato iniziava a guardare avanti (+4,3% di compravendite nel 2019 e prezzi in ripresa in tutta Italia), si ferma tutto.
Bisognerà vedere quale sarà la capacità di spesa degli italiani alla fine della serrata, anche in base allo stato dell’economia.
Statisticamente più del 50% delle ristrutturazioni è avviato tra la primavera e l’inizio dell’estate, ed è ora a rischio. Molto dipende da come e quando sarà superata l’epidemia.
Il ridimensionamento dei volumi potrebbe portare anche a un ritocco verso il basso dei prezzi, annullando la ripresa che in alcune realtà, tra cui Verona, era già iniziata.
I valori ancora scontavano l’impatto della crisi scoppiata nel 2008. Quanto sarà pesante il nuovo impatto e quanto invenduto ci sarà dipenderà dallo stato di salute dell’economia in generale.
Quando si ripartirà?
Non ne ho ancora la certezza, dal momento che il trend dell’immobiliare è ora in negativo. Ma una cosa è certa, la quarantena tra le mura domestiche avrà l’effetto su molti italiani di riconsiderare la casa come un bene di rifugio su cui investire.